♥ .. Dream .. ♥

♥ .. Dream .. ♥

sabato 27 febbraio 2016

Happiness, despite everything 。◕‿◕。

Non è la quantità di tempo che ci ha visti uniti,
ma la qualità e gli attimi in cui mi son vista
mancare il fiato. 


venerdì 26 febbraio 2016

I take care ♥

Mi prenderei cura di te. Ma non come i grandi. Lo farei con la dolcezza che hanno i bambini.
Lo farei senza aspettarmi nulla in cambio, perchè vederti star bene sarebbe già star bene io.
Ti abbraccerei nei momenti no, quando vorresti avere il mondo lontano ed io silenziosamente sarei lì, affianco a te ...
Ti bacerei ogni volta che vedrei esplodere un sorriso sul tuo viso .. perchè tu, così inconsapevole, non sai quanto bello fai il mondo quando ridi...
Ti accarezzerei il viso ogni volta che ti vedrei stanco, e ti accarezzerei il petto, lì, vicino al cuore, come a voler lenire tutto ciò che ti ha causato dolore ...
Farei l'amore con te ogni sera, ogni giorno, ma non solo con tuo corpo.. farei l'amore con ogni sfumatura di te .. della tua anima ..
Mi prenderei cura di te.



#SonoSempreIsogniAdareformaAlMondo ...
#Thoughts #Wordoffantasy #Inspiration
#Itakecareofyou #Songs ... 

#To Learn

Imparai a gestire le mie emozioni col tempo, con pazienza, cercando di volta in volta di capire qual'era quella linea sottile che una volta valicata, era difficile fare un passo indietro.
Imparai a piegare a me quei brividi sottopelle che nascevano senza che io volessi, si insinuavano lì, forti e prepotenti, come a rivendicare quelle emozioni che, quando arrivavano, tenevo nascoste.
Cercai di prendere i miei punti "deboli" e trasformarli in forza, o almeno, a nasconderli in mondo da non finire con altri lividi.
Imparai e cercai di imparare. E per certi versi ci riuscii anche!
Ma il punto restava sempre uno, sempre quello.
Incapace di non affezionarmi.
Eh si, perchè quando ti affezioni ad una persona è la fine.
Non vorresti (ne dovresti) mai legarti a qualcuno, ma quando te ne rendi conto è già troppo tardi: ormai è successo.
E vorresti saperla felice, saperla star bene, vorresti farle vedere gli arcobaleni che colori per il mondo invece di quel grigio che magari gli gira intorno.
E alle volte invidio chi sa scindere l'affezionarsi dallo sfogarsi.
Chi riesce a "ragionare" solo con la zona sud, riuscendo a lasciar fuori, mente e cuore.
Ci riuscissi anche io, probabilmente avrei meno problemi.
Ma "purtroppo" non sono così, mi affeziono xD
Sarà la mia dannazione questa cosa, ma .. non so essere diversa.
Perchè quando ci si affeziona è così.
Non vorresti portarti una persona a letto, ma nella tua vita.

domenica 21 febbraio 2016

Non abbastanza.

Iniziai a ballare quasi due anni fa, per gioco, per fare qualcosa di diverso. "Due mesi, se mi piace continuo, altrimenti stop".
Un modo per allentare le tensioni, per scaricare i nervi, per trasformare quell'energia negativa in qualcosa che sa farti star bene.
Conquistammo un 4° posto insieme, INSIEME.
Non perchè eravamo fenomeni (altrimenti avremmo avuto il 1°), ma perchè oltre la tecnica, oltre quelle quattro figure che sapevano far tutti, avevamo qualcosa che gli altri non avevano: la complicità e quell'affiatamento che si conquista dopo anni a ballare insieme, noi lo avevamo di nostro; ci divertiva, ci faceva stare bene innanzitutto, al di là della competitività, della gara in sè.
Un anno da allora ... e non sono abbastanza.
Abbastanza alta. Abbastanza "cattiva". Non ho abbastanza le braccia lunghe. Abbastanza presa da salsa pur ballando 6 giorni su 7.
Non abbastanza.
Non la prendi sul serio. Ballare divertendosi non vuol dire non prenderla sul serio, ma vuol dire che sai qual'è lo spirito del ballo, le competizioni agonistiche vengono dopo.
Si cazzeggia, ma in gara non ce n'è per nessuno.
Eppure quel 4° posto era mio. E l'ho meritato quanto te.
Eppure salsa doveva unirci, non dividerci.

#NadaEsParaSiempre
#Matifaròvederequantotisbagli.
#C'èBisognoDiUnaRiccaDoseDiUmiltà

giovedì 11 febbraio 2016

#Famiglia & Amore. Conta che quel giorno c'eri tu!

Quante cose a volte ti ricorda quest'applicazione di Fb.
Un anno fa ci ritrovammo insieme ad affrontare qualcosa che non ci aspettavamo, una notizia, unita a quello che ci dissero di mamma, che ci aveva fatto tremare la terra sotto i piedi.
Tu, io, quante litigate Papà? E quante urla? E gli abbracci? E le pacche sulla spalla? I nostri "Ti voglio bene" silenziosi. Noi che in tanti anni non siamo mai stati capaci di dircelo a voce, ma abbiamo saputo dimostrarcelo come nessun altro al mondo.
Un anno fa da quando ti dissi "Non fare il testa di cazzo, operati e sbrigati pure".
Quanta paura; ore, minuti che non passavano mai.
Io lì senza mollarti un attimo.
Quante chiamate, quante parole superflue da persone che c'erano e non c'erano era la stessa cosa, quante invece da quelle persone che come io non mollavo te, loro non mollavano me, attaccati ad un telefono a chiedermi se mi servisse pure la Luna.
Eh Papà, un anno fa. Quel "Sempre e Per Sempre" che è una promessa, una costante, un insieme contro tutti, nelle gioie e nei dolori.
Oggi sei qui, a regalare ancora sorrisi, abbracci e pacche sulle spalle.
Ancora insieme, ancora noi.
A dimostrazione che una famiglia unita, è l'amore più forte. 


sabato 6 febbraio 2016

★ E chissà se è solo un gioco, se le stelle c'hanno i fili. ★

Ritornavo da Aprilia, da un pomeriggio di risate, di carri, di Carnevale e di maschere più disparate.
Non so se sia stato il caso, ma all'improvviso su Subasio partono le note di Luca Carboni, e la mente fa un tuffo nel passato.
Ci ripenso così, senza nostalgia nè malinconia; senza rancore.
Ci ripenso con tranquillità.
"E' sotto questo cielo
che ci siamo incontrati
non so se è stato il caso
però ci siamo amati."
In fondo era nata così, per caso. Una sera, una casualità, un ciao, un messaggio, una partenza, una frase scema, diedero inizio al tutto.
Non so se è stato il caso, però ci siamo amati. Forse. Almeno per me era così. Non sentii ne farfalle, ne concerti di Caracas. Mi stavi anche sul cazzo se proprio devo dirlo. Eppure, m'innamorai.
"E abbiamo camminato
in un mondo che va in fretta
e abbiamo rallentato
quando ci siamo detti aspetta."
Anni di differenza, mesi di lontananza, giorni che non passavano mai.
Aspetta. Waiting.
"Ma abbiamo camminato
e andremo avanti ancora
sputtanando tutto
con una cazzata sola
e faremo ancora la pace
e faremo ancora l'amore
e faremo sempre di tutto
per fare dolce questo dolore."
Mi tornano in mente tante cose: le bugie per correre a Roma, le mie sparizioni, mio padre e le sue poche o troppe domande, i diverbi con mia madre, il fare l'amore che non bastava mai, il mangiare il gelato e sporcarsi, la discoteca, la cioccolata che piaceva a entrambi, Vasco, il concerto, le chiacchiere. Le promesse, le scuse, le cazzate, il crederci troppo e prenderla a quel posto.
Cose che capitano. Se va bene è fortuna, se va male è esperienza.
Non andò come volevo, ma imparai a non mettere il cuore alla completa mercè di uomo. Mai più.
"E' sotto questo cielo
che passano gli anni
divento ancora rosso
come quando avevo 15 anni
per dirti che vorrei sposarti
dopo abbiamo scelto il nome
così nostro figlio
sarà il nostro testimone."
Era il finale che volevo. Passati più di 10 anni arrossisco ancora come allora, rido, piango, cazzeggio e amo. Ne è passata di acqua sotto i ponti, di stagioni .. Ho avuto altre risate, altre lacrime, altri abbracci, altre mangiate di gelato dove puntualmente mi sporcavo il naso.
Ritorno con la mente a quei momenti avendo un senso di tranquillità, ci ripenso come se ripensassi a un bel capitolo di un libro, uno di quelli che leggendolo ti ha lasciato qualcosa di bello e allo stesso tempo ti ha insegnato molto.
Ci ripenso sorridendo. Ad un amore folle, forte.
All'imprudenza e all'impudenza dei quindici anni, al carattere indisciplinato, alla "lotta" alla fiducia, alle scazzate e ai vaffanculo.
A quei diari che strabordano di amore, di vita, di colori, di foto, di cazzate immonde di ogni genere. Diari che hanno visto che toccato luoghi fuori da Roma e che tornavano con un pezzetto in più.
Una vita fa. Un capitolo di un libro chiuso da tempo per dare inizio alla storia della mia vita.
Una principessa che ha abbandonato la corona per indossare l'armatura.
Un po' come Mulan. (Ho sempre adorato quel cartone tra l'altro!)
Proteggo il mio cuore, vivo e amo con la stessa impulsività dei 15 anni, ma con una consapevolezza da donna. Ed è meglio così. :)

martedì 2 febbraio 2016

#Presi il mio corpo e ne feci una tela.

Presi il mio corpo e ne feci una tela.
Ci dipinsi sopra i sorrisi di quella gente che per caso incrociò la mia strada;
ci dipinsi sopra il calore di quegli abbracci inaspettati.
Ci dipinsi il colore delle gote che arrossiscono dopo un complimento inatteso e il colore rosso che prendono quando godi di un orgasmo.
Ci dipinsi la sensazione dei brividi; quei brividi che sanno darti solo un paio d'occhi, che sanno darti delle mani quando ti sfiorano .. quei brividi che hai sottopelle e non ti lasciano mai.
Ci dipinsi il bagliore che illuminava gli occhi quando venivano sorpresi.
Per un messaggio, per una chiamata, per una parola, per un bacio, per un gesto.
Ci dipinsi il gusto amaro della tristezza, quando vidi che le persone alle quali tu davi cento, non erano disposte neanche a darti uno.
Ci dipinsi sopra il colore scuro della rabbia, quella rabbia che ti attanaglia lo stomaco quando le cose non sono come vorresti tu.
Ci dipinsi sopra la delusione. Quella delusione di chi ti dice A, fa B e magari pensa a tutto l'alfabeto.
Ci dipinsi l'ansia, l'ansia nel ricevere un messaggio, l'ansia dello sperare che quel led diventi viola, l'ansia per un esame, per una gara, per una scommessa che speri di vincere.
Ci dipinsi il gusto salato delle lacrime che ti accompagnano per una notte intera, quando ti scopri ad avere il cuore che trema, un nodo in gola e un desiderio che non può avverarsi .. destabilizzando il tuo io, il tuo cervello che vorresti soltanto andasse in OFF.
Ci dipinsi sopra la consapevolezza delle cose che non posso cambiare, che sono destinate a restare così per volere di una forza superiore. La consapevolezza del fatto che non si può pretendere di più, se la situazione non lo consente.
Ci dipinsi sopra la forza, quella forza che ti fa asciugare le lacrime, abbozzare un sorriso e dire .. "va tutto bene", anche quando magari poi la verità è un'altra.
Ci dipinsi sopra la sensazione d'impotenza che provai quando, davanti a determinate occasioni, non potevi far altro che stare a guardare.
Ci dipinsi sopra rimorsi e rimpianti, che sono sempre lì, a ricordarmi di quanto di più potevi fare e di quanto non abbastanza hai fatto.
Ci dipinsi la timidezza che da sempre mi accompagna, quella che non mi fa dire: "ehi mi prenderei io cura di te se solo me lo permettessi".
Ci dipinsi sopra la speranza, quell'arcobaleno magico che fa si che nonostante tutto, tu non smetta di credere.
Ci dipinsi la follia. I gesti assurdi, le parole lanciate (e che a volte hanno l'effetto di un boomerang ..), gli abbracci improvvisi, le decisioni impulsive, la follia che ha solo chi vive di pancia.
Ci dipinsi il coraggio, quel coraggio che ha chi fa un passo avanti e perde per un attimo l'equilibrio. Quel coraggio che fa si che ti butti, senza se e senza ma, nonostante sai che puoi farti male.
Ci dipinsi sopra l'ardore della voglia, quella voglia di avere mani addosso, di sentire il corpo tremare e non per il freddo.
Ci dipinsi il dolore della perdita di quelle persone che ora non fanno più parte del tuo cammino; quelle persone che sai, che prima o poi, dovrai lasciare andare ..
Ci dipinsi la felicità di vedere esplodere risate fragorose sulle labbra di chi tieni; la felicità di veder felici gli altri.
Ci dipinsi sopra il sapore dei baci, quel sapore di fragola, mandarini, di frutta. Quel sapore di buono. Quei baci dati per volontà, per caso, di nascosto o in faccia al sole; quei baci dati con violenza quasi a voler marcare ciò che è tuo (o che almeno vorresti lo fosse).
Quei baci pieni di paura che fossero gli ultimi, quando magari sei lì a volerne altri cento. E cento ancora.
Ci dipinsi sopra l'allegria, quella strana curva sulle labbra che nonostante i giorni di merda riservavo a chiunque.
Ci dipinsi sopra il colore del sangue, quello versato da ogni brandello di carne che mi veniva strappato via dal cuore, quando mi si lasciavano i graffi; quelli che involontariamente mi erano stati inferti e quelli che consapevolmente ho voluto farmi infliggere.
"Se fa male, vuol dire che è successo davvero. Se fa male, vuol dire che non è stata fantasia, hai sentito davvero".
Ci dipinsi sopra i miei colori preferiti: il verde e l'azzurro.
L'azzurro di quel mare in cui annegai e il verde di quei prati in cui avrei voluto perdermi.
Ci dipinsi sopra le sfumature delle emozioni che mi hanno avvolto.. quelle che ho saputo frenare, giostrare, attenuare.
Quelle che sono esplose come tempeste estive, di cui un attimo e passa tutto. Quelle che sono rimaste in sordina, silenziose, impaurite di non essere capite, apprezzate, ma che erano braci ardenti.
Quelle che non ti aspetti di provare perchè tanto "ti pare!?", e invece sei lì in balia di qualcosa che non puoi fermare. Ma devi.
Quelle che ti lasciano l'amaro in bocca, che sono come quei cocktail fruttati che ti danno la botta, ma che poi quel dolciastro svanisce.
Quelle spinte, fatte di voracità, fatte di voglia, fatte di calore, di lenzuola stropicciate, di pelle arrossata che in quell'attimo fosse per sempre tua; e di non averne mai abbastanza.

Quelle emozioni che sai che solo lì stai bene. Che non importa del resto. Quelle dove "Al resto del mondo ci pensiamo poi, ma tu intanto baciami".